Il mondo dei raster e dei pixel costituisce una cultura visuale diffusa, una visione del mondo che appartiene alla nostra epoca e che ha determinato un allargamento dei nostri orizzonti in ogni campo ta sia per aspetti di arte e pubblicità quanto per l’architettura. Bisogna dunque ragionare sui rapporti tra informatica ed architettura.
Presenza mondo raster e pixel nel dibattito architettonico
Questo dibattito presenta due componenti fondamentali:
1. Il mondo del pixel visto come un fatto di natura grafica
2. La presenza dello schermo, che diventa un elemento presente nel nostro immaginario e che quindi ha influssi abbastanza forti nell'architettura e nelle superfici che possono diventare trasmettitrici di informazioni.
Questo aspetto delle ibridazioni tra superfice ed architettura è presente in alcuni progetti come The Public Shed (Diller e Scofidio) un edificio semovente nel senso che permette il passaggio tra dentro e fuori riconfigurando lo spazio e rendendo la hall un luogo multifunzionale. Per quanto riguarda il tema delle superfici loro utilizzano l’efte, un materiale plastico flessibile con elevate proprietà isolanti, dove tra uno strato e l'altro ci sono led che lo tramutano in uno schermo. In questo modo il passaggio tra edificio schermo e superfici comincia a diventare naturale.
Il mondo dei pixel crea un mondo in cui il momento digitale appartiene alla nostra epoca e attraverso lo schermo, che si sposta su edifici e su device, lo rende onnipresente. Il rapporto tra superfici e profondità è uno dei grandi temi attraverso cui il pensiero figurativo si incanala: ad esempio in Caravaggio il mondo delle superfici e delle proiezioni è molto presente sia per gli specchi sia per l'uso della camera oscura (i nuovi strumenti ottici sono legati ad un'estetica diversa).
Negli anni ’90 vi fu un ritorno d’interesse per la superficie, un interesse che era stato fortemente negato dal movimento moderno classico che aveva come interesse la macchina, quindi non si interessava alla componente decorativa. Molte opere hanno questa forte caratteristica:
- biblioteca dell'università di Utrecht (Wiel Arets Architects): la pelle dell’edificio gioca sul tema della superficie trattata in vari modi con diverse tecniche e tecnologie (superfici serigrafate), decorata con motivi naturali. Dunque il tema della superficie arriva nell'architettura. Non si realizzano più architetture mono materiche, legate ad aspetti funzionali, ad incastri, non sono più i volumi o i materiali a caratterizzare la facciata.
- La torre Agbar della società dell'acqua (Jean Nouvel): Un fuso che entra nello skyline di Barcellona. Da vicino è possibile individuare una superficie pixellata riscontrabile anche all’interno. Tutta una parete era fatta con diaframmi che si aprivano e si chiudevano modulando la luce.
- Mercato Santa Caterina (Miralles e Tagliabue): Si tratta di un parziale restauro del mercato coperto attraverso il riuso della struttura esistente e la realizzazione di una copertura dalla geometria complessa decorata tramite piastrelle- pixel colorate. Lo scopo era quello di densificare lo spazio che altrimenti avrebbe perso la sua funzionalità e la sua vitalità al cambiare delle situazioni: Il mercato urbano della fine del 800 non è in grado di interfacciarsi con un mercato urbano del 2000.
- Giardino Sonoro all'interno del circuito del belvedere di Firenze. Lo avevano in gestione due persone, un giardiniere colto e un musicista filosofo con un interesse molto forte con il digitale. Inserirono all’interno di ogni cespuglio degli autoparlanti per la riproduzione musicale. Ad un certo punto la finestra diventa vero e proprio schermo.
Il livello successivo di questa ricerca è passare da superfici pixelate a veri schermi situati sulla pelle degli edifici affinché diventino trasmettirori di informazioni. Herzog e de Meuron hanno dedicato la loro carriera alla ricerca sulle superfici, riducendo la complessità volumetrica per lasciare spazio al trattamento delle superfici. Capiscono come trarre vantaggio dalla superficie e dal rapporto con l'elettronica entrando nel mondo superficiale dell0informatica e dell’elettronica. Uno dei loro lavori più importanti è l’Alianz Arena, dove tramite l’utilizzo dell’efte lo stadio si colora in modo variabile, trasmettendo ad esempio i colori delle squadre che dovevano giocare. Importante su questo è stato anche Toyo Ito.
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