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Valentina Gobbi ITCAAD

7. Evoluzione del computer dal pallottoliere allo schermo grafico e oltre

Lo scopo è quello di tracciare un percorso evolutivo fino ad arrivare a quello in cui ci troviamo, un mondo raster digitalizzato, in cui il bit governa un primo livello della questione. Per fare questo bisogna analizzare la scena nativa cioè quotidiano, scontato, da sempre presente in rapporto ai vari tempi:

-ai tempi di Garibaldi la scena nativa era la macchina a vapore

-ai tempi di Terragni la scena nativa era il cinema

-ai tempi Magliorana la scena nativa era la radio

-ai tempi di Steve Jobs la scena nativa era la televisione

-ai tempi di Fedez la scena nativa era internet

-ai tempi di Leone la scena nativa quale sarà?

Quando ci si muove in una qualsiasi operazione pubblica che si sta facendo, come la pubblicazione di un articolo o di un sito, il principio della tracciabilità delle fonti diventa fondamentale (da cosa deriva un’informazione o un giudizio critico, la posso citare o la trasformo), che si lega alla professionalità nello scrivere (le fonti sono accreditate). In questo modo posso creare relazioni costruttive. Indicare autore, anno, articolo citato o se si tratta di un libro indicare anche la pagina.

CALCOLO A LEVA UMANA

Vi è una circolarità del mondo del calcolo e del computer: Il mondo del tattile corrisponde al mondo del calcolo ed inizia come un’estensione della mano per contare, segue con i primi strumenti (abaco, pallottoliere) e con l’utilizzo della geometria, ma rimane poi fermo per molti secoli.

MECCANIZZAZIONE DEL CALCOLO

Dal ‘600 in poi arrivano una serie di rivoluzioni scientifiche nel campo della matematica, della fisica e di tutte le scienze che hanno portato a tipologie di calcolo molto più sofisticate, ma Il primo vero e proprio calcolatore meccanico nasce solo alla fine dell’800 con Charles Babbage come un’estensione dell’orologeria, negli anni dell’invenzione della macchina a vapore e quindi agli albori della rivoluzione industriale. Nello stesso periodo nascono i telai meccanici (la tessitura infatti può essere considerato un campo limitrofo al mondo del calcolo) con aspetti simili al calcolatore in quanto può essere programmabile, nel senso che non fa sempre la stessa tessitura, ma può variare attraverso un’altra programmazione. Sempre nell’800 Geoge Boole crea la logica binaria riadattando e riscoprendo una precedente invenzione quella del codice nata nel ‘700, nasce anche un metodo per calcolare le superfici curve della terra (speculazione scientifica) e il codice morse (1835) un codice più semplice rispetto al linguaggio binario e che può trasportare l’alfabeto con impulsi elettrici.

LA CRESCITA DI IBM

Il calcolo attraverso macchina, dopo Babbage, rimane fermo fino a quando viene inventata la scheda perforata un progenitore di sistemi di protoinformatizzazione perché nella scheda perforata ci sono informazioni e condizioni di programmazione di una determinata macchina. La ditta IBM (international business machine) offre la possibilità di censire e gestire determinate caratteristiche attraverso le schede perforate in un sistema di protoinformatizzazione. Negli anni ’30 non si parla più di un sistema macchina, ma di un sistema elettrico (viene introdotta l’elettricità) in cui la base concettuale è organizzare reti di sistemi elettrici basati sulla valvola (denota se c’è o non c’è corrente). A questo punto ritorna il sistema logico di Boole della logica binaria che diventa l’ossatura di questo nuovo sistema elettronico. Si cominciano così a determinare le prime macchine computer, la macchina generica, che ha avuto un enorme sviluppo nel corso della guerra per la decodificazione dei codici. Si tratta di una macchina che funziona con l’elettricità con valcole e micro lampadine, che si muove in una logica binaria, di enormi dimensioni, programmabile e pluritasking, quindi potremmo dire un predecessore del personal computer. L’IBM era diventata la più grande fornitrice di “computer” (macchine generiche) al mondo generando un passaggio da macchine a scheda forata a macchine elettriche.

DAL TRANSITOR AL CIP

Un’evoluzione particolarmente significativa riguarda il processo di miniaturizzazione, cioè le cose diventano molto più piccole. Il primo passaggio è quello che va dalla valvola al transistor (stessa funzionalità della valvola, ma dimensioni più piccole) che ha permesso di creare piccole radio portatili (radioline a transistor) in sostituzione di quelle enormi precedenti. La modifica del transistor ha investito anche il campo del computer. Il primo computer a transistor è stato realizzato dalla Olivetti da un progettista cinese e disegnato dall’architetto Sotta negli anni’50. Il grande passaggio è dal transistor al cip, un micro elemento in silicio di dimensione ancora più piccolo. Tutto ciò non porta però ancora ad un reale cambiamento in quanto negli anni ’60 i computer appartengono all’élite, un idea di potere di calcolo legato al business, ai militari e a qualche settore scientifico universitario.

IL PERSONAL COMPUTER

Negli anni ’70 si rompe l’idea del computer come oggetto dedicato ad apparati verticistici legati ad un mondo specializzato. La nascita del personal computer è legato alla fase storica di libertà e individualismo degli anni ’60 che investì vari campi, anche quello della tecnologia quindi. In modo particolare San Francisco e le aree limitrofe sono state molto ricettive da parte dell’industria aeronautica, già negli anni ’60 si sviluppava questo mondo del computer nell’ambito del videogioco. Intorno al ’68 nasce l’idea di personal computer a disposizione di tutti. I lobbisti comprano nei negozi di elettronica vari componenti che poi assemblano per creare dei primi sistemi programmabili, una sorta di personal computer fatto in casa. Edward Roberts è l’inventore dell’altair 8800 un microcomputer progenitore del personal computer. Woznik (programmatore) e Jobs (genialità nel mettere insieme le cose e nella capacità di ideare un prodotto) realizzano il primo Apple in un garage con l’idea di base di fare un case, cioè una scatola/ un prodotto inscatolato eccetto per lo schermo/televisore. In seguito arriva un finanziatore e decide di investire in questo progetto, creano quindi tutte e tre insieme una piccola società decidendo le quote di ciascuno e da qui fanno poi il salto creando l’Apple2 un personal computer prodotto industrialmente e diffuso in tutto il mondo con un sistema operativo nuovo. Woznik e Jobs decidono di mettere sul mercato azionario l’Apple diventando ricchi.

DOS E PC

Nello stesso periodo Bill Gates crea un sistema operativo con un set iniziale d’informazioni affinché il computer funzioni, mentre Jobs ne crea uno suo per l’Apple 2, ma la differenza sta nel fatto che il sistema operativo creato da Gates è neutrale e può dunque funzionare su più macchine (MS DOS - Microsoft). Lo scopo di Gates non è quello di vendere, ma è quello di creare un dividendo per ciascuna copia del sistema operativo che viene venduto. All’inizio degli anni ’80 l’IBM rientra in campo, inizialmente contraria al personal computer, ma poi investe su questo e ne realizza molti utilizzando il sistema di Gates ed ulteriori programmi di calcolo e di lettura (programmi integrati) entrando in forte competizione con la Apple che si trovò in crisi nei confronti di un grande colosso.

MAC E BIT/MOUSE

Jobs visita i laboratori della Xerox (ditta di fotocopiatrici) in cui vi era una unit di ricerca per creare un’interfaccia con il computer tramite mouse piuttosto che con la tastiera. Ciò portava con sé l’idea di avere uno schermo in cui il cursore, gestito dal mouse, seguisse una solta di trama bitmappata, passando da uno schermo simile a quello dei terminal ad uno schermo grafico formato da bit. La Xenox però non credeva in questo progetto e non aveva intenzione di metterlo sul commercio, mentre Jobs pensa che questo sistema può essere la base di una nuova generazione di computer. Il Liza è il primo sistema realizzato da Jobs con queste caratteristiche, legato al mouse, allo schermo grafico e alla stampante. In una seconda fase viene creato un secondo computer che si basa sugli stessi principi del Liza, ma più economico. La cosa interessante è che nella squadra per la realizzazione di questo secondo computer non erano presenti solo dei programmatori, ma anche dei grafici e da persone che studiano le interfacce da un punto di vista comunicativo. Un sistema di questo genere deve avere sicuramente un sistema operativo nuovo (MAC OS) che ha la capacità di leggere e interpretare molte più cose e molte più complesse, deve gestire le finestre, deve gestire più finestre appartenenti a più programmi, deve capire ad esempio dove va il cursore e quali sono le operazioni compatibili al qual punto, i comandi adesso non devono più essere battuti con la sintassi giusta creando dei menù in cui sono incorporati i menù ecc. Nasce così il Macintosh intorno alla metà degli anni ’80. In conclusione tutto deve diventare grafico! attraverso la realizzazione di plug-in del sistema operativo che lo guidano su come gestire l’ambiente grafico. Progressivamente sono state create nuove routine più sofisticate ad esempio Ipertalk (sistemi ipertestuali che attraversavano tutti i programmi). Negli anni ’90 vi è stata anche la possibilità di inserire film leggibili da più programmi. Da una parte il sistema operativo con il tempo aumenta le specifiche, dall’altra ha la capacità di creare al suo interno nuovi salti tecnologici, nuove possibilità come i link nei pdf. Un altro aspetto chiave affinchè tutto questo sia potuto avvenire è che l’idea base di Steve Jobs era qulla di creare un sistema coerente tra macchina, hardware e software come sistema operativo e software come sistemi legati e chiuso dove tutto funzionava insieme hardware, sofware operativo e programmi.

TASTIERA/TOUCH

Il mondo del digitale era già stato preannunciato da Nicholas Negroponte, informatico statunitense, quando nel 1984 Steve Jobs presentò per la prima volta il mouse mentre Negroponte parlava già di digitale tattile a grande scala per le lavagne. Il digitale tattile però riesce a svilupparsi soltanto 20 anni dopo su piccola scala.




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