L’idea del 3D a questo punto deve essere interpretata in rapporto ad un determinato contesto (dimensione spaziale in cui possiamo progettare, vivere, immaginare lo spazio ecc.) e bisogna ragionare sulla relazione tra tempo e spazio per affrontare questioni e riflessioni che possono influenzare scelte progettuali.
La dimensione tempo cambia dal punto di vista della vita, dalle esperienze comuni (come era fatto e dove era l’orologio delle varie epoche):
- civiltà antica-imperiale: l’orologio era rappresentato dallo gnomone (un elemento verticale con indicazioni a terra che segnava il tempo) localizzato in pochissimi punti o addirittura anche solo uno in una regione. Era un segnale di forte controllo simbolico e gerarchico. Una società quindi organizzata in base alla schiavitù e alle differenti classi economiche.
- epoca meccanica: all'inizio dell'epoca meccanica si cominciarono a sviluppare sistemi meccanici per controllare il tempo leggermente più distribuiti nello scenario urbano rispetto all’epoca antica. Rappresenta sempre un accentramento del potere, ma non hai livelli dell’epoca imperiale.
- epoca industriale: L'orologio comincia a essere parte integrante del paesaggio della società industriale e del modo in cui immaginiamo organizzata la società. Gli orologi cominciano ad essere posti nelle scuole, ma soprattutto nelle fabbriche e scandiscono un’idea di tempo rotatorio (avvengono dai cicli dalle 7 alle 18 e dalle 18 alle 21 ecc.) un’idea è fortemente legata all'idea dell'orologio. Il mondo meccanico e industriale è un mondo che ruota: ruota del treno, ruota delle macchine, ruota delle turbine, ruote dentate, orologio ecc. Il tempo roteante è tipico del tempo industriale ed è il tempo dello zooning, cioè zone divise da un punto di vista fisico e funzionale (divisione in fasce orarie). Se ci chiedessimo dove fosse l'orologio potremmo pensare nelle fabbriche, scuole, uffici pubblici, negli edifici oppure nel polso di persone di potere come il capofabbrica.
- società dell’informazione: Oggi l’orologio dove si trova? il tempo è frammentato e frammentario e l'orologio è ovunque, infatti tutti i nostri device hanno o avranno l'orologio perché faranno parte dell’internet degli oggetti: ad esempio la lampadina ha capacità di tempo (si accende quando voglio, quando do l’input). Il tempo non è più ciclico continuo meccanico, ma misto e frazionato in cui più tempi coesistono contemporaneamente, in cui ciascuno di noi tende a fare più cose allo stesso momento. Il tempo diventa un sistema soggettivizzato, nel senso che Il tempo di uno non è uguale al tempo dell'altro. Gli architetti non creano oggetti in uno spazio e in un tempo oggettivo, ma plasmano spazio e tempo, passando da un tempo meccanico ed oggettivo ad uno informatico soggettivo.
1° ASSUNTO – Il tempo è la prima dimensione dello spazio
Il tempo non è la quarta dimensione dello spazio, come sostenuto dalla relatività, ma è proprio il tempo l'unico modo di descrivere uno spazio e viceversa. Per comprendere questo concetto bisogna porsi in una situazione limite, quella di uno spazio ad una sola dimensione (costretti a vivere lungo un binario in una dimensione esclusivamente lineare), il modo per descrivere questo mondo lineare è quello di percorrerlo calcolando il tempo che intercorre da un punto A ad un punto B del binario (questo intervallo descrive la condizione lineare). Il tempo diventa così la prima dimensione conoscitiva e descrittiva dello spazio e la linee è la minima identità spaziale. In sostanza per conoscere la linea bisogna percorrerla, con A e B inizio e fine della linea. Lo spazio ha due dimensioni, un piano cartesiano in cui vivono e si muovono diverse figure geometriche schiacciate sul piano. Il buco nero è un concetto fisico in cui tutto collassa e in cui non esistono dimensioni, tempo e spazio, da questo deriva che se dal buco nero faccio muovere un vettore o un punto creo uno spazio a una dimensione, una linea, che può essere descritto solo attraverso il tempo. Lo spazio e il tempo si generano insieme a partire dal big bang e sono governati da una formula nota 1secondo=300000 km (velocità della luce).
2° ASSUNTO – Lo spazio si definisce come intervallo percorribile
Dalla prima formulazione ne deriva una seconda che lo spazio si definisce come un intervallo percorribile e quindi la minima dimensione spaziale è quella della linea, mentre ovviamente il punto (inteso come punto geometrico o come buco nero) non ha spazio e non ha tempo.
Dal momento che il punto non ha spazio e tempo, la linea è la minima dimensione.
3° ASSUNTO – Il punto è ciò che non ha né spazio né tempo
Il punto è ciò che non ha né spazio né tempo è la conclusione a cui siamo arrivati, mentre nella definizione Euclidea il punto è ciò che non ha parti, ossia che non è divisibile. Proviamo a chiederci come faccio a percepire una figura a tre dimensioni se vivo in un mondo a due? Per rispondere immaginiamo di incastrare una sfera in un piano. Se conoscessi solo le 2 dimensioni del piano, percorrendo la sezione di incastro sul piano della sfera, penserei naturalmente che la figura sia un cerchio, ma facendo intervenire nella sfera il fattore tempo (facendola muovere in su di modo che la sezione sia progressivamente più grande) in questo caso ripercorrendo la sezione di incastro una seconda volta scoprirei che il cerchio è diventato più grande e facendo una terza volta il giro scoprirei che il perimetro si è ingrandito ancora di più. Questo sarebbe un fenomeno quasi inspiegabile in un mondo a due dimensioni perché ho coscienza solamente del suo mondo e di quello a una dimensione. Dal momento che da una dimensione si è passati a 2, si potrebbe ipotizzare che ve ne sia anche una terza con movimenti verso il basso e verso l’alto (Abbot). La parola chiave è PROIEZIONE (un mondo a 3 dimensioni proietta alcune sue componenti nel mondo a 2): capisco che c’è un oggetto tridimensionale perché quando la sfera si muove dall’alto verso il basso o viceversa le sue proiezioni sul piano cambiano e il fattore tempo che scandisce le proiezioni ogni tot è l’elemento chiave. Il tempo non è solo la prima dimensione dello spazio, ma è anche lo strumento fondamentale per capire l’esistenza di mondi a più dimensioni del nostro.
Quindi:
4° ASSUNTO – Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto in uno superiore
Il punto è contenuto nella linea, la linea è contenuta nel piano, il piano è contenuto nel cubo.
5° ASSUNTO – Da un sistema inferiore si ha la proiezione di quello superiore
Da un sistema inferiore si ha la proiezione di uno superiore: La sfera si incastra nel piano generando una sua proiezione su questo. Quindi da un livello inferiore si ha la proiezione di uno superiore, un frammento, si può congetturare la complessità di uno superiore.
6° ASSUNTO – Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha un suo spazio e un suo tempo autonomi
Nei diversi sistemi di riferimento (1,2,3 dimensioni) tempi e spazio sono diversi (soggettivazione del tempo). Ad esempio ho un foglio ed immaginiamo di dover andare dal punto A al punto B disegnati su questo piano, nel mondo a due dimensioni posso solo percorrere un vettore lineare che percorre il piano, se curvassi il foglio, fino quasi a far toccare le due estremità di quest’ultimo, per passare dal punto A al punto B ho bisogno sempre dello stesso vettore se mi trovo nella seconda dimensione, ma se immaginassi la situazione da un punto di vista tridimensionale il modo per poter congiungere A e B è un quello di un vettore diretto, di uno spostamento più rapido. Lo spazio è cambiato e il tempo di spostamento da A a B si è accorciato. Non ci sono dunque tempi e spazi assoluti, ma ogni sistema è sostanzialmente autonomo. Il movimento nello spazio e nel tempo è estremamente soggettivizzata, ogni essere ha un proprio spazio e un proprio tempo, e attraverso l’uso della tecnologia gli esseri tendono a trovarsi in una bolla spazio-temporale autonoma.
La quarta dimensione è geometrica ed estende la geometria x,y,z. Immaginiamo di essere un pesce che vive unicamente in uno spazio acquatico che non ha modo di conoscere completamente. L’unico modo per avere una cognizione delle isole, degli arcipelaghi ecc. che cadono giù e caratterizzano anche il suo mondo avviene con il SALTO, cioè quando il pesce salta fuori dal suo ambiente e vede cosa c’è sopra ed ha un intuizione del suo stesso ambiente. Il SALTO fuori dal sistema di riferimento. Proviamo dunque a fare un salto dalla nostra dimensione, la terza, ad una quarta attraverso un processo analogico di traslazione teorizzato nell’800 da Riemann: traslando il punto ottengo una linea, traslando la linea ottengo un piano, traslando il piano ottengo un cubo, traslando il cubo ottengo un ipercubo (in cui esistono infini cubi con 16 vertici invece di 8). Lo spazio a 4 dimensioni così descritto avrà caratteristiche comuni a tutti gli altri cioè i 1°,2°,3°,4°,5°,6° assiomi.
Ma per capire veramente che cos’è uno spazio a 4 dimensioni dobbiamo aggiungere un 7° assioma:
7° ASSUNTO – In ogni sistema di livello superiore coesistono infiniti sistemi di livello inferiore
In un piano esistono infinite linee, in un elemento tridimensionale esistono infiniti piani, ma questo concetto viene adesso forzato: in ogni sistema di livello superiore coesistono sistemi di riferimento di livello inferiore, cioè in un ipercubo a 4 dimensioni esistono infinti cubi a 3 dimensioni, in una ipersfera a 4 dimensioni esistono infinte sfere a 3 dimensioni. Dunque lo spazio a 4 dimensioni come è fatto e cosa succede al suo interno? In uno spazio a 4 dimensioni coesistono più sistemi di riferimento a 3 e quindi infiniti cubi, sfere ecc. con diverso orientamento e assi, in uno spazio a 3 dimensioni coesistono infiniti piani, in uno spazio a 2 dimensioni coesistono infinite linee. Ciascuno di questi sistemi di riferimento può descrivere mondi diversi da un punto di vista spazio-temporale, inoltre diversi mondi possono muoversi velocemente l’uno sull’altro generando i fenomeni della relatività. La domanda cruciale a questo punto è qual è la navigabilità prevalente di uno spazio a 4 dimensioni? Nella prima dimensione lineare la navigabilità è il binario (posso cambiare continuamente punto), nella seconda dimensione la navigabilità è piatta (posso cambiare continuamente linea), nella terza dimensione la navigabilità è verticale lungo i 3 assi (posso cambiare continuamente piano), nella quarta dimensione la navigabilità è IL SALTO spazio-temporale (posso cambiare continuamente volume e sistema di riferimento).
PROTESI TECNOLOGICHE
Si tratta di un ragionamento che riguarda il soggetto della visione:
1°dimensione= l’insetto può muoversi solo lungo il filo.
2°dimensione= il verme piatto si muove su 2 dimensioni.
3° dimensione=l’uomo in grado di percepire le 3 dimensioni.
L’uomo ha la possibilità di costruire delle protesi tecnologiche e biologiche che in diverso modo lavorano per estendere i propri limiti oggettivi. Possiamo vedere questo sviluppo delle tecnologie anche nella sua componente cognitiva sollevando crisi e porsi domande sulla natura percettiva, cognitiva ed estetica che queste protesi tecnologiche possono permettere e per estendere le dimensioni della nuova spazialità architettonica. Possiamo quindi parlare di 3 punti:
1. nesso fondamentale tra le connessioni dinamiche dell’informatica, la nozione di modello, l’interattività.
2. internet è una delle protesi più rivoluzionarie create dall’uomo che accoppiato a sistemi ad interfacce, a sistema di navigazione in tempi reali, a sistemi di raffigurazione a distanza con sistemi ologrammatici sensibili e interattivi, diventa un densificatore di spazio e di tempo.
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