Studiamo a questo punto il significato dell’informazione nell’architettura. Verso la metà degli anni ’50 Jorn Utzon vince il concorso per la realizzazione dell’Auditorium di Sidney e rompe il tabù del rapporto forma-funzione che era uno dei pilastri teorici operativi dell’architettura nata nel mondo industriale, nel Bauhaus dove la forma architettonica rispecchiava la funzione è dunque il risultato di un funzionamento come se fosse una macchina. L’auditorium di presenta con una serie di elementi a guscio ogivali richiama elementi della musica, ma non ne evidenzia la funzione, infatti la stessa forma si ripete anche per il ristorante. Un concetto di natura espressiva, formale e metaforica: la struttura si erge su un basamento come se fosse un tempio sopra la quale si inseriscono i gusci, un’immagine che richiama altri elementi come la navigazione e la vela perché comunque si trova sulla baia o come al padiglione auricolare e quindi al suono perché è un auditorium. Un’opera ovviamente rifiutata dai maestri del tempo. In realtà questo processo di liberazione della forma, staccata dalla funzione, sono proprio gli ingeneri a farlo, sono i primi sperimentalisti: la forma diventa plastica per rispondere a diverse esigenze.
Eero Saarinen era un architetto di nuova generazione rispetto ai maestri, sperimentava molto da un punto di vista strutturale ed era una delle persone presenti in commissione nel concorso per l’auditorium di Sydney e fu proprio lui a far vincere il concorso a Utzon. Alla fine degli anni ‘50 inizia la costruzione dell’Utzon Opera House dove si scontrano due mondi:
1.la forma concepita in modo libero, non legata alla funzione interna e quesiti su come poterla realizzare
2.metafora
Nel corso del tempo si verificano dei cambiamenti esistenziali:
PALAZZO FARNESE: “esisto in quanto rappresento”
BAUHAUS: “esisto in quanto funziono” (una macchina)
SIDNEY OPERA HOUSE: “esisto in quanto informo” (il valore primario è quello metaforico, comunicativo e così diventa simbolo nel senso che proietta i valori figurativi e metaforici e siamo noi ad interpretarla in quanto simbolo dell’Australia e di Sidney. Trasmette quindi un’informazione)
Dal punto di vista dell’informazione e della comunicazione in architettura a questo punto entrano in gioco le figure retoriche, cioè dei metodi di comunicazione bene sviluppati già in antichità come la metafora, la sineddoche, l’iperbole che funzionano bene anche in architettura.
MONDO DELLA PUBBLICITA’(questo mondo piò aiutarci a capire questi concetti):
-in epoca industriale seguiva parametri oggettivi (raccontare in modo oggettivo le caratteristiche di un prodotto).
-oggi segue forme di comunicazione narrative con l’uso di figure retoriche (soggettività)
SOGGETTIVITA’=FORME RETORICHE Perché dipende dall’interpretazione soggettiva che si dà alla forma retorica es.metafora.
L’informazione che entra nel campo dell’architettura è un fenomeno presente dalla fine degli anni ’80 in poi, dove i fenomeni comunicativi e la presenza dei computer e poi di internet avanzano sempre di più. Alcuni esempi:
1. NUOVO PADIGLIONE EBRAICO A BERLINO, LIBESKIND (1989-99)
Libeskind vince il concorso perché l’opera proietta metaforicamente una serie di conflitti, di complessità e di drammi legati all’olocausto.
2.GUGGENHEIM MUSEUM A BILBAO, GHERY (1991-97)
L’opera gioca su tanti piani simultaneamente, come quello della torre o del grande atrio, che metaforicamente fanno pensare ad una cattedrale contemporanea. L’opera ha la funzione di grande attrattore di flussi culturali e turistici ed ha dunque cambiato totalmente le visione della città.
3.KIASMA AD HELSINKI, STEVEN HOLL (1993-98)
Museo di arte contemporanea nato con un concorso di architettura vinto da Steven Holl. Il progetto si organizza sulla base di una metafora che prende il nome di “chiasma” cioè dell’intreccio dei nervi ottici nel cervello, un ribaltamento dell’informazione che proviene dalla retina e passa al cervello. Lui utilizza questa metafora dell’intreccio dei nervi nell’organizzazione principale degli spazi che hanno anche la capacità di intercettare flussi diversi. Il museo stesso prenderà il nome dalla metafora che guida l’intero processo.
L’informatica entra nell’architettura su vari livelli, e questo dell’utilizzo delle forme retoriche, della metafora, è il primo livello che si sviluppa dalla fine degli anni ’80 fino a 20 anni dopo. Oggi non si parla più solamente dell’aspetto metaforico, ma si simulano/si interpretano dei comportamenti del mondo vegetale e animale attraverso sistemi informativi e attraverso l’elettrica e diventano dei modelli per gli edifici (ad esempio edifici che emula il comportamento delle api che vengono poi reinterpretati per l’edificio). Oggi si lavora su come catturare l’attenzione. Alcuni meccanismi dati dal mondo dell’informazione arrivano nel settore dell’architettura con una prima fase metaforica ed una seconda fase metodologica processuale.
Comments