La rivoluzione informatica in architettura presuppone una consapevolezza critica, un nuovo paradigma. Una crisi vera e propria può essere rappresentata dall’avvento di un nuovo strumento che riesce a trovare la propria collocazione, non subito, ma seguendo processi tutt’altro che lineari. Per comprendere quanto siano complessi e ramificati i processi del cambiamento dell’architettura e per entrare nel paradigma informatico bisogna analizzare la storia dall’800 fino all’arrivo dell’architettura moderna:
1) LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
(Parallelismo con l’architettura moderna)
All’inizio dell’800 si parla già di rivoluzione industriale, una lunga crisi che non coinvolge sin da subito l’architettura che inizialmente rimane legata ai paradigmi del passato (rinascimento, umanesimo, prospettiva). I cambiamenti non avvengono simultaneamente. Le sperimentazioni e le ricerche di questo periodo aprono le porte a un nuovo materiale di riflessione con cui creare paradigmi nuovi. L’ingegneria nei primi dell’800 assume un grande ruolo di centralità, perché vi era la necessità di avere strutture adatte alle nuove necessità: nascono le strade ferrate e la macchina a vapore. Lo sviluppo tecnologico di queste macchine nei primi trenta anni dell’800 porta alla nascita di una nuova classe sociale: gli operai che lavorano su questa macchina. Nel giro di 50 anni gli operai modificano lo scenario della città: si passa dall’apparato feudale ad una società basata sulla posizione sociale. Tuttavia la possibilità di trasferire un così forte modello della società nel campo architettonico non si concretizza in maniera immediata. Dalla nascita della prospettiva all’umanesimo l’architettura è sempre riuscita ad evolvere di pari passo con la società, mentre in questo periodo storico non ci riesce. La centralità che questo nuovo mondo attribuisce alla ragione, all’intelletto, si manifesta nella ricerca riguardante i processi logico-catalogativi. L’enorme importanza attribuita alla ragione è una delle basi per la nascita del modello industriale e di tutto quello che ne consegue.
Questo processo raggiunge il suo punto di coagulo nella Francia rivoluzionaria di Napoleone che interpreta questo nuovo mondo di razionalità in contrapposizione col mondo feudale. Comincia ad evolvere una modalità di fare architettura diversa dal passato basata su forme pure, di grande impatto geometrico. Due esempi di architetti sono Boullee e Ledoux. Nasce così l’idea di un’architettura classificatoria e razionalizzante, un pensiero legato ad un implicito approccio scientifico. Nascono i primi corsi nei politecnici francesi con un nuovo approccio distributivo e tipologico affermato da Duran. Napoleone inventa il politecnico, una scuola in cui il sapere organizzativo nel campo della costruzione diventa più tecnico ed oggettivo con componenti associabili al mondo della ragione, si un maggior valore alla scienza delle costruzioni piuttosto che alla disciplina dell’architettura, che rimane seppur più semplice, di “superficie” perché attinente alla sfera delle Belle Arti. Si formano ingegneri e si sviluppa uno SCHEMA DISTRIBUTIVO TIPOLOGICO, abachi oggettivi di configurazioni dove calare le funzioni. Questa logica alimenterà molto quella del Movimento Moderno nell’affrontare grandi temi come quello della “casa per tutti”.
Il mondo della costruzione cambia radicalmente nel corso dell’800: Arrivano nuovi materiali come il ferro e l’acciaio che resistono a movimenti flettenti e torcenti, nuovi sistemi di calcolo (statica e scienza delle costruzioni), arriva l’industria che porta con sé la necessità dello sviluppo delle scienze e delle tecniche, arriva la ferrovia che rende colmabili distanze prima irraggiungibili. La rivoluzione industriale crea una spinta e un nuovo strumento. Le due figure principali sono l’ingegnere (una figura propulsiva, grande inventore di tecnica e strumento) e l’architetto (figura attardata che si occupa di questioni formali e segue diversi stili persino esotici, con un interesse stilistico ed accademico).
2) LA SCUOLA DI CHICAGO
Con il grande incendio di Chicago ci si trova davanti ad una nuova grande crisi: ricostruire la città con tecniche moderne, cercando di usare qualcosa di noto in modo nuovo. Nascono così le ossature in acciaio che sono in grado di raggiungere altezze sempre maggiori. In queste nuove architetture si vuole dare evidenza alla struttura in maniera organica, ricollegando il tutto attraverso la decorazione, che quindi non risulta appiccicata, ma parte integrante dell’opera, inoltre, per la prima volta la forma architettonica segue la funzione destinata all’edificio. Per una lunga fase l’architettura vive di contraddizioni: fatta in acciaio con strutture trilitiche modulari, ma rivestita con strutture massive e lapidee legate allo stile del passato (QUESTO E’ UN PARADOSSO). A Chicago Sullivan forma la scuola di architetti e ingegneri che riescono a creare un mondo “organico”: una relazione unitaria tra forma e funzione. Le costruzioni presentano una struttura in acciaio e gli aspetti decorativi non sono più pesanti e grotteschi (cercano di creare un sistema unitario).
3. IL MOVIMENTO DELL’ARTS & CRAFTS
Nella seconda metà dell’800 con William Morris nasce l’artigianato moderno (“Arts and Crafts”), un movimento che vuole politicamente e esteticamente allontanarsi da un mondo industriale per mantenere viva la cultura dell’artigianato. L’intento di riportare alla luce temi medievaleggianti che si rischiava di perdere con l’arrivo della rivoluzione industriale. L’idea di base è anti industriale, un’idea retrò che guarda il mondo medievale dell’artigianato come valore da portare in primo piano in opposizione al mondo dell’industria che veniva visto come degradante.
Gli elementi fondamentali del movimento sono:
• stile lineare, il suo materiale principale è l’acciaio (e derivati) combinato al vetro;
• evocazioni delle forme di derivazione naturale (movimento floreale); • attenzione per l’artigianato, infatti produce oggetti nuovi, ma sempre secondo una logica artigianale. Si riscoprono la vitalità dell’architettura medievale, non sotto il punto di vista stilistico, ma come rivalutazione di forme asimmetriche e dinamiche, aprendo implicitamente a aspetti dinamici ed anticlassicistici del modernismo.
• un movimento unitario che comprende l’oggetto di arredo e allo stesso tempo l’architettura, esterno ed interno, vi è un interesse per ogni aspetto dalle tessiture alla tappezzeria, dal cucchiaio alla città. L’architettura è tutto.
Molti architetti si chiedono “può essere che il nostro secolo non ha stili e si fa ai stili del passato?” Così a fine secolo, a partire da Belgio e Francia arriva il Nuovo Stile, uno stile filiforme che rimanda ad elementi naturali realizzate con ferro e vetro trattati artigianalmente, con nomi diversi in base al paese in cui si sviluppa:
-Liberty e stile floreale in Italia
-Art Noveau in Francia
-Jugendstil in Germania
4.LA STAZIONE FERROVIARIA
A seguito della guerra sia lo stile liberty che l’art Noveau spariranno e il nuovo simbolo dell’architettura ottocentesca diventerà la stazione ferroviaria. Le stazioni ferroviarie sono una tipologia nuova legata al mondo industriale che rientra sia nel campo dell’ingegneria (copertura continua), sia nel campo dell’architettura (sono architetture realizzate in stile medievaleggiante/tardorinascimentale). Le nuove stazioni sono da una parte fatte secondo i sistemi di ingegneria, ma, allo stesso tempo, dall’armamentario antico, in maniera ecclettica; quindi una sorta di Mixitè (una contraddizione ricorrente tra l’800 e il ‘900). Due esempi: • La stazione di Firenze è la prima stazione moderna nel mondo. Un unico corpo, innovativa dal punto di vista dell’impianto e della distribuzione dei flussi • La stazione di Milano, costruita attraverso una volta di grande importanza di forte rilevanza ingegneristica e una facciata neoclassicista.
Tutto questo genera fenomeni nuovi:
1) città: muta il paesaggio urbano con strade più larghe, mezzi di trasporto, movimento rapido dei pedoni.
2) serialità: tutto è seriale e moltiplicabile (mondo dell’industria)
3) fotografia: nuovo strumento e nuova crisi. Permette di cogliere il dinamismo da diversi punti di vista non usuali.
4) pittura: Il tema della stazione affascina i primi pittori del nuovo mondo, dove il paesaggio viene rappresentato a fotogrammi (dinamismo+frammentarietà). Con l’avvento della fotografia la pittura si deve reinventare con un processo iniziato con gli impressionisti. Il pittore deve avere uno sguardo interpretativo della realtà (attimo, luce, frammentarietà, astrazione).
Cézanne, un pittore francese dei primi anni dell’800, va molto avanti rispetto all’impressionismo lavora sulla contraddizione e realizza un paesaggio complesso che ispirerà pittori e architetti, lavora basandosi su forme primarie, cerca di costruire tutto partendo da forme primarie. Il soggetto non ha importanza, ciò che importa è solo come arrivare alla forma pura dalla frammentazione. Questo processo (forme primarie) può avvenire solo tramite una progressiva astrazione dove si perde la figura. Non può appartenere al mondo degli impressionisti (frammentario e dinamico) perché si pone il problema opposto all’impressionismo (masse, volumi, forme pure). Cèzanne ci dà le lenti per capire il paesaggio urbano industriale (vede il paesaggio come se fosse già contemporaneo e industriale). La sua pittura è una sorta di pre-cubismo. Di tutta questa famiglia degli impressionisti lui è quello che apre il campo dell’astrazione, elemento fondamentale dell’architettura razionale (salto di paradigma).Nei quadri:
-“Nature morte” riporta gli elementi alla logica primaria con volumi puri e per sviluppare una logica analitica non simmetrica rompe la prospettiva e passa all’assonometria. L’interesse è rivolto alle componenti viste singolarmente (anche il colore è analitico). Gli oggetti, diventati analitici, si ricompongono con logiche astratte.
-“Montagna Saint Victoire” realizza piccole pennellate che rimandano all’impressionismo con una logica costruttiva-volumetriche, a poco a poco la montagna sparisce, anche gli alberi e terreno appartengono ad un mondo che va verso l’astrazione.
Picasso e Braque intimamente legati nella ricerca del cubismo analitico: per la rottura del vecchio modo di vedere bisogna portare le cose all’estreme conseguenze attraverso la riscoperta di un‘arte primitiva c’è il grande salto verso l’astrattismo, ultimo e definitivo passo di questo processo. Elaborano il nuovo mondo con l’astrazione, la logica analitica, il dinamismo creando una grammatica formale espressiva che confluisce nella creazione del nuovo paradigma dell’architettura industriale e meccanica.
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